La sentenza della Cassazione sulla Jhad

Se non si salta in aria, nessun reato

La Cassazione ha confermato l’assoluzione del 14 luglio scorso relativa ai 4 jahidisti della mosche di Andria. Il reato di terrorismo internazionale di matrice islamica non esiste se la cosiddetta 'formazione teorica' degli aspiranti kamikaze non è affiancata anche da atti concreti. I jahdisti avevano una limitata "operatività", tale da non costituire una minaccia, per la collettività, né per lo Stato. I supremi giudici concordano nel ritenere l'indottrinamento una precondizione per costituire un'associazione effettivamente funzionale al compimento di atti terroristici, ma se questi non sono avvenuti, l’accusa decade. Il semplice proselitismo, per quanto farneticante possa essere, non comporta reato. Fortuna vuole che l'iman di Andria, il tunisino Hosni Hachemi Ben Hassen, anche se assolto, è già stato rimpatriato, visto che a suo carico restava pur sempre la pena per incitazione all'odio razziale. Così è stato espulso un altro imam che inneggiava agli attentati avvenuti in Francia, Degli altri due coimputati non sappiamo niente, saranno tornati alla moschea. Per cui anche se tutti erano d’accordo nell’esaltare "il martirio e l'aspirazione a raggiungere i luoghi di combattimento per conseguire tale obiettivo", si trattava di semplici chiacchiere fra inoffensivi religiosi. I giudici infatti hanno constato come fosse dal 2009 che il gruppo si esercitasse in retorica omicida, si era arrivati al 2013 senza nemmeno l’ombra di una sola strage, una testa di infedele tagliata, niente. In sostanza questi imam erano solo dei velleitari incapaci di mettere in piedi una qualche seria attività terroristica di carattere internazionale. Davanti alla decisione della Suprema Corte, come costume, non esprimiamo opinione alcuna. Abbiamo una sola domanda, ovvero se questa sentenza è in punta di diritto esemplare per la giustizia forse sarebbe il caso di pensare ad una qualche legge ad hoc per modificare il prima possibile quella che domani potrebbe rilevarsi una tragica falla dell’ordinamento giudiziario, per cui, si possono perseguire i jahdisti solo dopo che quelli si sono fatti saltare in aria. Purtroppo nessuno può stabilire con certezza quanto tempo occorra per decidersi ad un gesto estremo. Il problema è infatti che, anche se ai giudici della Cassazione non può interessare, ad un dato momento, potremmo trovarci di fronte ad un’esplosione enorme sotto casa nostra.

Roma, 15 novembre 2016